Anche quando si installa un impianto ponendo molta cura nel progetto, così da avere un basso livello di dispersione di luce, e si cerca di limitare il più possibile la quantità di luce riflessa in cielo dalla superficie illuminata, tuttavia inevitabilmente una certa quantità di luce continua ad essere riflessa in cielo. Essa non si può eliminare a causa delle necessità del processo stesso di illuminazione. Per limitare anche l'inquinamento luminosoda questa restante residua dispersione di luce, un modo efficace è quello di ricorrere alla riduzione di flusso dell'illuminazione. Essa consiste nel diminuire il livello di illuminazione dopo una certa ora della notte. L'intervallo orario in cui applicare la riduzione di flusso dipende principalmente delle caratteristiche d'uso e di viabilità dell'area illuminata dall'impianto. Come è facile comprendere, questa tecnica consente un risparmio energetico non trascurabile.
Vari metodi vengono utilizzati per operare la riduzione di flusso. Uno di essi, chiamato parzializzazione, risale a molti anni fa e consiste nello spegnere una certa frazione di lampade: nell'illuminazione stradale, ad esempio, una lampada si ed una no. Questo non è un buon metodo perché crea disuniformità nella luminanza della superficie illuminata.
Un metodo migliore consiste nell'utilizzo di appositi limitatori di potenza che consentono di diminuire l'emissione di luce di tutte le lampade contemporaneamente, senza creare disuniformità. Essi permettono di regolare il livello della luminanza al valore richiesto dalla quantità di traffico o dalla intensità d'uso della superficie illuminata. La luce da essa dispersa viene quindi limitata ed il risparmio energetico è notevole senza che le altre caratteristiche dell'impianto di illuminazione vengano mutate. La regolazione della potenza della lampada, e del flusso da essa emesso, è possibile per tutti i tipi di lampade a scarica, e si ottiene, di solito, riducendo il valore della tensione efficace della corrente di alimentazione. Il sistema che viene utilizzato è detto taglio di fase e consiste nel portare quasi a zero la tensione alternata di rete per pochi millisecondi durante ogni suo ciclo sinusoidale. L'emissione di luce nella lampada non si interrompe perché si provvede a mentenere una piccola corrente che evita, inoltre, di dover reinnescare la lampada. Il flusso di luce della lampada e il suo consumo risultano ridotti in modo proporzionale alla durata del taglio di fase. Le lampade inoltre durano più a lungo.
Un terzo metodo consiste nell'alloggiare due lampade di diversa potenza nella stessa armatura, come si vedrà nella sezione 5.3.2, alternando lampade di un tipo e lampade dell'altro a seconda dell'orario. Quest'ultimo metodo, quando non applicato come descritto in tale sezione, è inferiore al precedente perché la presenza di due lampade nell'armatura peggiora le sue caratteristiche di controllo dell'emissione di luce e di efficienza.