Gli anni '80 iniziarono con la pubblicazione da parte dell'International Astronomical Union e della Commission Internationale de l'Eclairage di una famosa guida su come limitare la luminosità del cielo prodotta dall'illuminazione urbana in prossimità degli Osservatori Astronomici (Cayrel 1980 Guidelines for minimizing urban sky glow near astronomical observatory ). Questo decennio vide da un lato lo sviluppo, sostanzialmente da parte di Roy Garstang, di modelli teorici al fine di studiare l'aumento della brillanza del cielo prodotta dall'illuminazione artificiale che colpisce anche i siti astronomici più isolati e di prevederne l'andamento nel futuro (Garstang 1984, 1985, 1987, 1988, 1989), dall'altro il crescere del numero degli stati e delle contee negli USA che si preoccupavano di limitare l'inquinamento luminoso. In particolare nel 1981 partì il programma per prevenire il deterioramento del cielo al Palomar Observatory: dal 1983 tutte le luci nella contea di Riverside entro 30 miglia dall'Osservatorio devono utilizzare lampade al Sodio a Bassa Pressione (Brucato 1991), dall'anno dopo devono essere dello stesso tipo anche nella Contea di San Diego, e in seguito, in molte altre. Anche altri stati, quali la California e le Hawaii, più tardi, approvarono ordinanze per limitare l'inquinamento luminoso.
In Europa, in questi anni, venne pubblicato il primo rapporto francese sulla Protection des Observatoires astronomique e geophysique (1984) a cura di un gruppo di lavoro della Accademia Francese delle Scienze e, in Giappone, venne avviata una grossa campagna osservativa (1986) denominata SKY WATCH (Wi 1991) promossa dalla Agenzia di Protezione Ambientale giapponese e dall'Osservatorio Astronomico Nazionale di Tokyo. Questo stesso programma è stato in seguito proposto negli USA, in Gran Bretagna ed anche in Italia.
Un anno particolarmente ricco nella storia della lotta all'inquinamento luminoso è stato il 1988.
Nella XX Assemblea Generale della International Astronomical UnionBaltimora venne adottata una terza risoluzione (A2) ove si invitavano con pressante urgenza tutti gli astronomi a richiedere alle autorità dei loro paesi di implementare soluzioni per preservare la qualità delle condizioni osservative. Nei giorni immediatamente successivi all'assemblea si riunirono a Washington circa 120 studiosi, astronomi e ingegneri in un Colloquium organizzato dalla International Astronomical UnionIAU Colloquium 112) dalla Commission Internationale de l'Eclairage, dal Committee on Space Research (COSPAR) e dall'Union Radio Scientifique Internationale (URSI) per dicutere su inquinamento luminoso, interferenze radio e detriti spaziali. Questo convegno è tuttora una pietra miliare nella storia della lotta all'inquinamento luminoso. Nello stesso anno, sotto la guida di David Crawford, neoeletto presidente della Commissione 50 della International Astronomical Union, naque un organizzazione internazionale senza fini di lucro con lo scopo di aiutare a divulgere la conoscenza degli effetti dannosi dell'inquinamento luminoso la International Dark-Sky AssociationAncora, nello stesso periodo, il Committee on the Challenge of Modern Society della NATO avviò uno studio pilota (PS 189) tra Francia, Olanda, Gran Bretagna e USA, con Canada e Spagna come osservatori, avente come tema la protezione dei siti osservativi e geofisici. Tale studio si è concluso alcuni anni dopo con un interessante volume (Kovalewski 1991). Infine, sempre nello stesso anno, il Re di Spagna Juan Carlos firmò la legge spagnola sull'inquinamento luminosoLey du Ciel. L'azione di controllo e di guida dell'Oficina tecnica para la proteccion de la calidad del cielo dell'Instituto de Astrofisica de Canarias diretta da Javier Diaz Castro sull'illuminazione notturna delle isole canarie ha permesso di sperimentare in quel luogo alcune nuove soluzioni tecniche ottenendo i migliori risultati di limitazione dell'inquinamento luminoso.
Anche l'Italia partecipò a questo fiorire di attività. Nel 1989 l'Unione Astrofili Italiani, l'associazione tecnica degli appassionati di astronomia, visto lo sviluppo dell'astronomia non professionale italiana e la crescente limitazione a tale sviluppo rappresentata dall'inquinamento luminoso, decise di intervenire attivamente sul problema. Il primo passo fu al Convegno Energia e Ambiente tenutosi nel settembre di quell'anno a Cervia.